La poliedrica faccia del LOUVRE

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Chi pensa che il Louvre sia prettamente un museo di Arte Antica, dovrà ricredersi. In questi anni abbiamo visto questo glorioso monumento evolversi, modificarsi e incanalarsi verso le richieste dell’attualità.

L’arte antica più splendente mai esistita è custodita tra le mura di questo Palazzo che, dal Medioevo ad oggi è passato da essere fortezza, a residenza di re e imperatori, a museo e ora polo di cultura che tutto il mondo venera. Dopo l’intervento di Ieoh Ming Pei, e quindi l’apparizione della Grand Pyramid e la realizzazione della parte ipogea con la Pyramid Inversèe e il centro commerciale del Carrousel, il Louvre ha cambiato faccia, divenendo un vero e proprio microcosmo a se stante.

Contenitore di arte antica certo, ma tra le meraviglie del tempo passato possono accadere nuove cose nel presente. Non a caso Nicolas Ghesquière il direttore creativo di Louis Vuitton ha scelto questa location del tutto fuori dal comune per la sua sfilata della settimana della moda Parigina appena trascorsa. La Cour Richelieu o Cour Marly con la sua imponenza e regalità è stata scenografia dei sofisticati abiti della Maison francese, che tra scalinate e sculture antiche hanno concluso la Fashion Week impeccabilmente.

Andando a ritroso nel tempo anche altre case di moda hanno scelto questo tempio dell’arte come contesto dei loro eventi:

Dior che nel 2016 ha realizzato una struttura parallelepipeda specchiata con fori cilindrici che funzionavano come ingresso per gli ospiti, dove in maniera molto suggestiva venivano riflesse le facciate barocche e rinascimentali del Louvre più antico, o l’incredibile e gigantesca collina di lavanda ideata dal producer Alex de Beatk nel 2015 per la collezione primavera estate…il profumo era assicurato!

PFW 2016 Dior, specchi – Cour Carée, Musée du Louvre

PFW 2015 Dior, collina di lavanda – Cour Napoleon, Musée du Louvre

Ferragamo, il primo ad aver aperto la strada verso l’insediamento della moda al Louvre. La casa di moda fu chiamata nel 2012 dal museo stesso per patrocinare il restauro dell’Opera del celeberrimo pittore fiorentino Leonardo Da Vinci, La Vergine con il Bambino e Sant’Anna, e cosi ne costruì un defilè tra le arcate dell’Ala Denon, con cena italiana conclusiva sotto il cielo coperto dalla poliedricità della Grand Pyramid.

E Visto che il Louvre è un museo ed in un museo si fa arte, da un po di anni a questa parte anche l’arte contemporanea si è contrapposta a quella antica in maniera del tutto originale.

Partiamo dal maggio scorso quando JR, il celebre street artist francese, ricoprì la Grand Pyramid con pezzi di immagini in bianco e nero del palazzo del Louvre retrostante, creando un’anamorfosi spettacolare, per cui a partire da un punto preciso della Cour Napoleon si poteva vedere l’Ala Sully in parte desaturata.

JR – Grand Pyramid, Musée du Louvre

“Sous le plus grand chapiteau du monde”, di Claude Lévêque rappresentava, invece,  una “saetta” infuocata, realizzata con un neon emanante luce rossa, inaugurata nell’aprile del 2014, e rimasta per più di un anno appesa al vertice della piramide. L’opera ebbe un seguito nel 2015, quando l’artista francese realizzò un’altra installazione site specific nell’area sotto la Cour Carrée dove sono musealizzate le fondazioni della vecchia fortezza medievale di Carlo V. Questo luogo è molto suggestivo da qualsiasi punto di vista e non a caso Lévêque ha ricreato una dimensione onirica con un neon che corre lungo tutto il percorso e conferisce all’ambiente antico, interrotto da una serie di velari e sedie rovesciate, una luce violacea e surreale.

Sous le plus grand chapiteau du monde, Claude Lévêque – Fondazioni fortezza Carlo V, Musée du Louvre

Anche Kosuth, pioniere dell’arte concettuale, nel 2016 ha scelto questo spazio come contesto per una sua opera, intitolata “Neither apparence Nor illusions”, installando sui bastioni medioevali 15 scritte al neon in lingua francese, riguardanti citazioni di Nietzche sulla storia, il tempo e l’archeologia.

Neither apparence Nor illusions, J. Kosuth – Fondazioni fortezza Carlo V, Musée du Louvre

L’italiano Michelangelo Pistoletto, nella sua mostra, ideò un intero percorso tra le sue opere collocandole in diversi spazi del museo, intitolandola “Année1: le Paradis sur terre”. Famosissimi, la sua Venere degli stracci nella Galleria Daru, il simbolo del Terzo paradiso imperante e sospeso nella piramide, e le scritte al neon colorate arrangiate nello spazio delle fondamenta della vecchia fortezza.

Terzo Anello del Paradiso, Michelangelo Pistoletto – Cour Richelieu, Musée du Louvre

Photo

Dior Lavande © Pinterest

Joseph Kosuth© Outset

Michelangelo Pistoletto © Domus Web

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